“Emily” Le tre sorelle Brontë – Charlotte, Emily e Anne – vivono a Haworth con il padre reverendo protestante, autoritario insieme al fratello Branwell. Charlotte ha accantonato il suo talento per la scrittura per diventare insegnante e ad Emily è riservata lo stessa sorte. Emily è diversa quindi viene rimandata a casa. William Wieghtman sconvolgerà gli equilibri , Emily sarà totalmente soggiogata dal suo fascino. L’uomo capirà l’unicità, il suo talento e in lei riconoscerà quella che diventerà l’autrice del capolavoro “Cime Tempestose”
L’attrice Frances O’Connor, esordiente in regia, dirige un biopic sulla tormentata famiglia di artisti di cui Emily Jane Brontë è la protagonista della storia. Un promettente esordio in qualità di regista dell’attrice australiana . Un film in costume che esplora le turbolente relazioni familiari, ma anche amorose, che hanno permesso alla scrittrice di dare alla luce un solo romanzo indimenticabile. La regista porta sullo schermo le angosce che tormentano la famiglia ma si concentra su Emily senza tralasciare la sorella Charlotte autrice di “Jane Eyre”. Il secondogenito Branwell è combattuto tra pittura e scrittura, fino a divenire succube dell’alcolismo con l’abuso di laudano, tutti questi vizi lo porteranno alla morte.
“Emily” Il film funziona soprattutto perché entra nell’anima di questa famiglia riuscendo a trasmetterne i tormenti . La francese Emma Mackey, scelta per portare sullo schermo i turbamenti della protagonista non aggiunge molto alla storia. Il film risulta povero di contenuto con una sceneggiatura troppo esigua. La regista si concentra sulle immagini giovani ragazze che corrono sotto la pioggia e sognano storie d’amore. .Emily Brontë non viene ritratta come una ragazza ribelle ma come un ‘annoiata ragazza borghese. Il suo essere ” stramba” come viene definita non viene fuori. Un film piacevole per la bellezza dei paesaggi campestri e i costumi splendidi ma non sorretta da un adeguata sceneggiatura.
Adele de Blasi