Mostra d’arte cinematografica di Venezia. È stata la mano di Dio, è l’ultimo film del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, presentato in Concorso. Il film diretto da Paolo Sorrentino, è ambientato negli anni Ottanta a Napoli, città natale del regista, e racconta la storia di un giovane di nome Fabio, conosciuto come Fabietto, che vive nel capoluogo partenopeo. Il ragazzo avrà l’occasione di vivere uno dei sogni più grandi degli amanti del calcio, quando giunge nella sua città il goleador Diego Armando Maradona, ma a questa grande gioia si accompagnerà una tragedia inaspettata, che sconvolgerà la sua vita.
Ma il destino gioca brutti scherzi e Fabietto avrà modo di imparare come, in questo caso, felicità e sconforto, gioia e tragedia siano intrecciate tra loro così tanto da determinare insieme il suo futuro.
Sembra doveroso definire il film di Sorrentino una sorta di “film testamentario”. È stata la mano di Dio è chiaramente un film personale, caratterizzato da quella immancabile ispirazione autoriale capace di far apprezzare il prodotto universalmente. Palese l’empatia nel film del regista stesso; appare oggettivo il “percorso emotivo” del regista in tutto il film, con una nuova consapevolezza, con quella maturità acquisita – anche dai suoi passati successi – nel fargli ripercorrere la sua amata Napoli. La passione per il calcio, le vicissitudini passate mai scomparse e sempre “vive” nella loro “anzianità”. Il percorso di vita, di quella vissuta e di quella che sarà.
È stata la mano di Dio va considerato come un film sulla vita e sulla morte, una dicotomia quasi onnipresente in lavori di questo tipo; un intreccio emotivo nel quale Sorrentino elabora alla sua solita maniera, raccontando una storia che è la sua, ma che è anche dello spettatore che la osserva. Il ricordo e il ritorno, elementi caratteristici dell’ultimo film di Paolo Sorrentino. È stata la mano di Dio è un film intimo di un autore da sempre irrisolto; sotto certi versi il pubblico spettatore rimane decisamente sorpreso dal taglio filmico, e dalla struttura attuata dal regista stesso. Sullo sfondo Napoli, Diego Armando Maradona e la crudezza di un dramma passato, che pulsa ancora nel cuore dell’autore. È stata la mano di Dio è quel lavoro che non ti aspetti e che una volta visionato, si rimane soddisfatti per aver scoperto, nell’intimo, un regista tanto controverso quanto emotivo.
Alessio Giuffrida