Il destino ha sempre un suo perché e ne sa qualcosa Federico Picchioni (Carlo Verdone) manager di una holding finanziaria, padre separato con due figli problematici (Tea Falco e Lorenzo Richelmy ). La morte della moglie segna una pericolosa svolta nella vita per Picchioni che si trova costretto ad ospitare i figli e la nipotina nel lussuoso appartamento dove tutto è designer. Le cose precipitano, la holding va a rotoli, la sua vita amorosa in frantumi ma forse c’è una buona stella, l’arrivo inaspettato di una stramba vicina di casa Luisa (Paola Cortellesi) che modificherà un equilibrio precario.
Anche il regista ha trovato la sua buona stella in Paola Cortellesi, attrice in ascesa in grado di infondere carattere al suo personaggio. Tra Paola Cortellesi e Carlo Verdone c’é una evidente sintonia, il che rende tutto vero e credibile. Tea Falco rispecchia un modello di mondo giovanile molto conflittuale.Lei è fuori dagli schemi ma con questo suo modo di essere da verità a tutti. Eleonora Sergio, la sofisticata compagna del personaggio da vigore nel contrasto con i figli. I temi affrontati sono duri: c’è ben poco da ridere. Si parla della perdita del lavoro, del precariato che porta i giovani a cercare altre mete come Londra, Berlino, la grande sfida nel trovare la risata nei dettagli negativi. La realtà viene osservata con molta cura.la storia è sull’epoca che viviamo trasportata nella commedia.C’è onestà e misura nella narrazione sostenuta da un ottimo script. L’idea drammatica è ribaltata in commedia e da qui scaturisce la comicità di Verdone.Il regista negli anni, è passato dal film ad episodi al racconto collettivo fuori dagli schemi dei personaggi coatti alla Lello di “Un sacco bello”. Questo suo guardare diverso a un cinema a 360° gradi dove non c’è solo lui al centro della scena, tutto questo è frutto di una maturazione artistica Che lo porta a una coralità dei personaggi.
Il rapporto che si istaura tra Picchioni e Luisa è la centralità del film e Paola Cortellesi ne diventa il fulcro dando speranza a tutti con la sua semplicità e forza. Da quando entra in scena lei tutto cambia: lei che lo scuote. Lui è affidabile, generoso ma si è perso nei meandri delle proprie difficoltà lei lo resuscita.Il messaggio di speranza che viene dato ai giovani è positivo, forse guardando altrove possano trovare risorse lavorative. Splendido il siparietto delle poesie nel salotto di Picchioni che riportano al reading di Castelporziano.”Come ama dire Verdone”. Io c’ero e fu un sabba infernale. Organizzato dalla figlia poetessa molto underground, che tenta di organizzare una serata alternativa di poesia.Gradevole, mai sopra le righe, una commedia garbatamente comica, indirizzata sia un pubblico adulto che giovanile. Da vedere
Adele de Blasi
Lingua originale Italiano
Paese di produzione Italia
Anno 2014
Durata 110 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere commedia
Regia Carlo Verdone
Soggetto Maruska Albertazzi, Gabriele Pignotta, Pasquale Plastino, Carlo Verdone
Sceneggiatura Maruska Albertazzi, Gabriele Pignotta, Pasquale Plastino, Carlo Verdone
Produttore Luigi De Laurentiis, Aurelio De Laurentiis
Produttore esecutivo Maurizio Amati
Casa di produzione Filmauro
Distribuzione (Italia) Filmauro
Fotografia Ennio Guarnieri
Montaggio Claudio Di Mauro
Musiche Umberto Scipione
Scenografia Anca Rafan
Costumi Valentina Cencetti
Interpreti e personaggi
Carlo Verdone: Federico Picchioni
Paola Cortellesi: Luisa Tombolini
Tea Falco: Lia Picchioni
Lorenzo Richelmy: Niccolò Picchioni
Eleonora Sergio: Gemma
Simon Blackhall: Richard
Guia Zapponi: Margherita
Fausto Maria Sciarappa: Duilio
21 Febbraio 2014
Signora Adele complimenti per questa recensione. Effettivamente Lei ha colto il significato completo del film e lo ha recensito in modo ottimale. Per carità lungi da me giudicare il personale recensioni sta, però a volte accade che qualcuno di voi esagera o descrive gli eventi dei lungometraggi secondo punti di vista forzati e non allineati all’antologia del film.
Lei invece ha sottolineato i messaggi che un grande Carlo Verdone accompagnato da una straordinaria interpretazione della splendida Cortellesi, con naturalità, mai sopra le righe, ha reso questa commedia garbatamente comica come Lei l’ha descritta.
Il buon Carlo ha sottolineato le problematiche che sostanzialmente attanagliano in questo momento storico il nostro Paese. Fatto da genitori separati con figli, la non accettazione dei figli della nuova compagna del padre, differenze economiche tra ceti – dal disordire mentale e materiale dei figli, alla “militare” perfezione di designer della compagna di Verdone – alla difficoltà di trovare lavoro.
Poi d’improvviso la chiave di volta data dalla semplicità e dalla quotidianità di Paola, anche lei afflitta da problematiche familiari, ma mentalmente predisposta alla positività dell’essere. Positività espressa nel suo lavoro e positività espressa nella sua vita personale che inevitabilmente entra in quella del personaggio di Carlo, uomo pessimista tragicomico e non fermo con i figli.
In conclusione il ritrovato equilibrio. Da vedere.