“Empire of light” è il nuovo film di Sam Mendes. Margate, 1981. Hilary (Olivia Colman) lavora al cinema Empire da qualche tempo. Il suo capo è il direttore Mr Ellis (Colin Firth) che le chiede anche altre prestazioni fuori dall’orario di lavoro. Un giorno viene assunto il giovane Stephen (Micheal Ward) che dà a Hilary una possibilità per tornare a sorridere.
Il film è ispirato all’infanzia e all’adolescenza di Sam Mendes ma non è autobiografico. Il regista ha ricreato il clima di sollevazioni politiche e del razzismo dilagante ma anche del fermento culturale. In particolare la musica è quella dei “The Specials”, uno dei tanti gruppi che univano artisti bianchi e neri. Hilary ha una famiglia improvvisata: la donna vive sola e le persone dello staff del cinema sono i suoi affetti più cari. La donna si comporta in maniera meccanica ma vuole provare sentimenti più intensi. Stephen affronta un mondo razzista e un governo reazionario. Il rapporto tra Stephen e Hilary è un rito di passaggio per raggiungere un certo livello di felicità. Mr Ellis è un uomo frustrato che abusa delle persone. Il proiezionista (Toby Jones) vive nella cabina di proiezione circondato da fotografie di attori e dagli attrezzi del mestiere che considera suoi figli.
“Empire of light” è una storia intensa di due emarginati che trovano la forza di andare avanti. I due hanno sempre vissuto nell’ombra come la sala abbandonata del cinema ma insieme provano a risalire in superficie. La pellicola ci mostra anche il mondo della sala cinematografica e il contesto culturale intorno ad essa. Lo spettatore è coinvolto nella vicenda e chiunque frequenti ancora le sale cinematografiche non può che rimanere affascinato da questa storia. Olivia Colman e Micheal Ward insieme funzionano e anche se il loro rapporto non è tra i più originali restituisce tutta la delicatezza e la tenerezza di cui abbiamo bisogno.
Maria Vittoria Guaraldi
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