“La casa Il risveglio del male” è il nuovo film di Lee Cronin. Il film fa parte del franchise de “La casa”, iniziato nel 1981. La pellicola racconta l’intricata vicenda di due sorelle-interpretate da Alyssa Sutherland e Lily Sullivan- intente a riavvicinarsi. Il loro riappacificarsi coincide con il risveglio di demoni e lo scatenarsi di una battaglia primordiale per la sopravvivenza.
La vicenda si svolge in un appartamento cittadino anziché in una casa isolata, presente invece nel prologo del film. La traccia audio di un vecchio vinile fa materializzare le immagini di un inquietante libro trovato in una voragine. Le stanze diventano una trappola per i personaggi. La luce gelida- quando c’è- e i corridoi vuoti del condominio contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora più minacciosa. Alyssa Sutherland veste i panni di una madre di tre figli con problemi economici mentre Lily Sullivan è una donna che conduce una vita sregolata. I tre fratelli- interpretati da Nell Fisher, Gabrielle Echols e Morgana Davies- sono molto legati e devono lottare per sconfiggere il male che hanno evocato. La vicenda si concentra molto sul pericolo da sconfiggere e si vede il grande investimento che il regista ha fatto sugli effetti speciali.
“La casa Il risveglio del male’ è una pellicola altamente splatter che si rifà a molti temi trattati nei prodotti di genere horror gore, ovvero quelli pieni di sangue. La trama ricalca molto quella degli altri film della saga, soprattutto per la permanenza di un gruppo di persone in un luogo maledetto. Lo spettatore fedele alla saga trova le atmosfere tipiche e ancora una volta cede alla fascinazione di rievocare il male sopito. Per il resto lo sviluppo della storia è molto debole e non vengono sviluppati dettagli interessanti legati al libro maledetto e al personaggio interpretato da Alyssa Sutherland. Le scene più raccapriccianti ormai non fanno neanche più senso perché ormai siamo abituati a certe scene. Questo capitolo quindi non presenta una grande novità né un impatto particolarmente interessante nell’immaginario del fruitore per mancanza di originalità e temi collaterali.
Maria Vittoria Guaraldi