Pecore in erba

Per quanto sia riduttivo cercare di spiegare il lavoro di un regista facendo riferimento ad opere e autori che lo hanno preceduto, è impossibile non pensare, durante la visione di “Pecore in erba”, a un precedente illustre come quello realizzato da Woody Allen nel 1983, che in “Zelig” raccontava le avventure del suo personaggio come se questi fosse realmente esistito e vissuto all’epoca dei fatti in cui si svolge la vicenda. Ricordiamo che Allen, raccontando la storia di un uomo dalla mille personalità, trasportava sul piano dei contenuti l’essenza stessa di una pratica produttiva in cui confluivano estetiche e formati tra i più disparati. Come succede nel film di Alberto Caviglia in cui, alla pari dei vari Maccio Capotonda (Italiano Medio) e Enrico Lando (I soliti idioti), assistiamo alla proposizione divertente e  fantasiosa di quell’estetica newbrow alla quale oggi, viene fatto risalire il melting pot di cultura popolare, che pesca tanto dal cinema quanto dalla tv, e poi ancora dal fumetto e, in questo caso, addirittura dal fotoromanzo, presente negli inserti in cui la narrazione procede attraverso la giustapposizione in serie di scatti che contribuiscono a raccontare il passato del fantomatico personaggio.

 

Partendo dal paradosso di giustificare l’avversione contro gli ebrei, manifestata dalle azioni di Leonardo che ad un certo punto subisce suo malgrado il contrappasso di una persecuzione uguale e contraria a quella che lui vorrebbe applicare ai suoi presupposti nemici, Caviglia ne approfitta per mettere in scena un gioco delle parti simile a quello a  cui assistiamo ogni giorno attraverso l’informazione del chiacchiericcio mediatico e che coivolge, un pò per scherzo, un pò per necessità figure come Corrado Augias, Giancarlo De Cataldo, Carlo Freccero prestate al film nella parte di se  stessi. Ad emergere in maniera neanche troppo velata, è uno scenario umano, sociale e politico incoerente e irrazionale, in cui la massa, pressochè incosciente e quindi pronta ad adottare passivamente le ragioni del leader di turno (a proposito del trasformismo di  cui accennavamo all’inizio), altro non è che un fucile puntato sul malcapitato di turno. I momenti divertenti non si contano come anche i motivi su cui riflettere; la cosa buona, è che Caviglia riesce a tenere duro, rimanendo alla larga dalle derive della commedia italiana più diffusa. Peccato però, che la satira di Caviglia non abbia voglia di durare un pò di meno, rinunciando a quei pregi che normalmente si accompagnano al dono della sintesi. Qualcosa si perde, soprattutto in termini di sorpresa di un meccanismo che ad un certo punto diventa sin troppo scoperto e quindi prevedibile. Davide Giordano che di “Pecore in erba” incarna sia il concetto del film che il suo personaggio, è perfetto nell’interpretazione di un uomo che non c’è.

Carlo Cerofolini
locandina
DATA USCITA :  1 ottobre 2015
GENERE: Commedia
REGIA: Alberto Caviglia
ATTORI: Davide Giordano, Anna Ferruzzo, Omero Antonutti, Bianca Nappi, Mimosa Campironi
DISTRIBUZIONE:  Bolero Film
PAESE: Italia 2015
DURATA: 85 min
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Author: Adele De Blasi

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