Un tocco anacronistico che non guasta mai – soprattutto se si parla di genere horror – con un’atmosfera tanto rarefatta quanto opprimente; presentato all’ultima edizione – sezione collaterale denominata “Stanze di Rol” – del Torino Film Festival, The Dark and the Wicked risulta essere un prodotto ben diretto ma soprattutto efficace. Come anticipato, Bryan Bertino adotta una metrica che converge sull’anacronistico, senza eccedere più di tanto. La storia di due fratelli, costretti a tornare nella fattoria di famiglia per aiutare la madre, che sta assistendo il padre dei due, allettato da tempo ed ormai prossimo alla morte. Ben presto però i due fratelli si renderanno conto del tormento esistenziale della donna, che vessata dalla situazione, arriverà a suicidarsi; Da quel folle gesto, i due fratelli dovranno fare i conti con “l’eredità esistenziale” lasciata dalla stessa.
Chiosando – e specificando nel merito – The Dark and the Wicked è un film onesto, senza pretese, capace di spaventare – al punto giusto – il pubblico spettatore; L’agevolazione del “climax” aiuta ad avvalorare un prodotto filmico sufficientemente valevole.
Bryan Bertino tenta di realizzare un film sulla falsa riga – in termini di stilistica – dei vari Eggers od Aster, risultando però molto minore nell’intensità (ma soprattutto nell’efficacia). Ciò detto The Dark and the Wicked è un film assolutamente consigliato per i patiti del genere. Cupo, spettrale quanto basta, per non essere apprezzato.
Alessio Giuffrida