Sur l’Adamant è l’ultimo documentario di Nicolas Philibert. Presentato in concorso alla 73a edizione della Berlinale. L’Adamant è un asilo nido unico nel suo genere. Una struttura galleggiante situata sulla Senna, nel cuore di Parigi, accoglie adulti affetti da disturbi mentali, offrendo il tipo di assistenza che li radica nel tempo e nello spazio e li aiuta a recuperare o mantenere alto il morale. Il team che lo gestisce cerca di resistere al deterioramento e alla disumanizzazione della psichiatria nel miglior modo possibile. Un’analisi se vogliamo, utile ad approfondire determinati contesti e situazioni.
Sur l’Adamant e L’approccio di Nicolas Philibert. Infatti anche qui, uno dei più grandi registi di documentari, riesce ad avvicinarsi al suo soggetto. Segnatamente, la sua osservazione prolungata nel tempo è motivata da un genuino e contagioso interesse per tutto ciò che si muove all’interno di una comunità. Considerando la questione della fiducia è sempre centrale nel lavoro di un regista di documentari e la posizione di Philibert è perfetta al riguardo. In particolare per coloro che potrebbero avere motivo di diffidare dei loro simili. Questo film gentile e illuminante invita il pubblico ad un’unione. Infatti tutto ruota intorno al microcosmo dell’Adamant. In loro compagnia potremmo, come suggerisce un paziente, decidere al mattino di assicurarci che avremo una buona giornata.
Nicolas Philibert caparbio come sempre. In modo analogo ai suoi precedenti lavori, riesce a mostrare un contesto accogliente, quasi armonico. Infatti lo spettatore rimane piacevolmente appagato dalla visione. Sur l’Adamant è lavoro necessario. Per questa ragione va apprezzato e considerato. Con questo obiettivo Philibert aggrazia un po’ tutti. Dal pubblico standard a quello più esigente. Nel complesso un lavoro godibile per tutti. Ultimo ma non meno importante il taglio documentaristico. Infatti l’analisi anche qui è presente, ma attuata in maniera non invasiva. Per questa ragione Sur l’Adamant ottiene un valore importante. Quasi essenziale.
Alessio Giuffrida
