Benedetta si ispira a un fatto storico dell’Italia del XVII secolo che portò al rogo della madre superiora di un convento per saffismo. Il film incendia la Croisette di Cannes per il tema scottante. Entrata in convento nel 1599 all’età di 9 anni, nel bel mezzo di un’epidemia di peste in Italia, Benedetta Carlini, figlia di una ricca famiglia toscana, fu colta da crisi mistiche e divenne una delle sorelle più influenti. La suora italiana afflitta da stigmate che le avrebbero meritato la santificazione se i suoi amori lesbici non l’avessero bandita.
Una messa in scena deliziosa, una satira del potere unita al ritratto di una donna posseduta e manipolatrice, l’ambigua Benedetta (Virginie Efira) superba nel ruolo del protagonista trionfa su tutto dimostrandosi ancora più perversa. Sia che scopra l’orgasmo tra le braccia della maliziosa Bartolomea (Daphne Patakia) una giovane novizia, che la seduce e la conduce in giochi proibiti. Benedetta continua ad avere visioni e riceve le stimmate di Cristo. Tutto diventa complicato con l’arrivo del nunzio Lambert Wilson (vescovo ambasciatore della Santa Sede), avvertito delle “deviazioni” della suora e incredulo dei suoi miracoli.
“Benedetta” – Il regista olandese pone l’accento su la religione, la condizione della donna e la sessualità, temi ricorrenti della sua filmografia. Attori assolutamente magnifici da Virginie Efira, Charlotte Rampling e Lambert Wilson. Paul Verhoeven (II) affronta i temi contemporanei dell’amore opposto”, della fede, degli eccessi fondamentalisti e della loro presa sulle popolazioni. ” L’ olandese violento” filma candidamente corpi in estasi o in tortura, cosa che gli fa guadagnare l’attributo di provocatore. Charlotte Rampling è notevole come una madre superiora dignitosa. Per l’epoca del film, il suo soggetto è scioccante per la sua sensualità e per la sua violenza grafica. Il regista chiude il cerchio, uno dei suoi più grandi film. Asolutamente da vedere
Adele de Blasi