“Denti da squalo” è l’opera prima di Davide Gentile. La storia è quella di Walter (Tiziano Menichelli) , 13 anni, e della più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e Walter ha appena perso suo padre Antonio ( Claudio Santamaria). Nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, un luogo affascinante e misterioso cattura la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile.
La storia è un percorso di formazione. Il protagonista vuole crescere i fretta ma deve fare pace con il passato e riavvicinarsi alla madre, interpretata da Virginia Raffaele. Nel corso della narrazione vediamo il suo mondo esteriore e il suo quotidiano unito a stralci del suo vissuto. Nel suo mondo interiore si sta formando la sua identità. Il padre deve morire un’altra volta perché Walter possa trovare il suo vero e nuovo sé. Vediamo il passaggio dall’infanzia all’età adolescenziale. Fondamentale per l’evoluzione del protagonista è l’incontro con Carlo (Stefano Rosci), un teppistello che si fa grande più a parole che a fatti. La pellicola include diversi sottogeneri cinematografici e ha molteplici toni che vanno dal drammatico all’avventuroso. Quest’ultimo sottogenere è rappresentato senza dubbio dal corsaro (Edoardo Pesce), figura leggendaria e legittimo abitante della villa.
“Denti da squalo” è una pellicola che racconta un percorso di crescita non senza ostacoli. Walter sfida il pericolo come un guerriero senza macchia e senza paura. La location della villa in rovina aggiunge fascino al racconto. La dimensione fiabesca si amalgama bene con la componente più violenta del racconto e la sceneggiatura presenta una struttura solida. Il film manca di scene forti che coinvolgano del tutto lo spettatore e che mettano in serio pericolo il protagonista. Tutto scorre in maniera abbastanza meccanica con imprevisti di poco conto. Nel complesso Davide Gentile realizza un prodotto per chi vuole diventare grande vivendo una grande avventura.
Maria Vittoria Guaraldi