“Deve essere difficile fare il re”. Così Forrest Gump ricorda Elvis Presley, uno dei tanti incontri casuali che gli capitano nella sua vita. Baz Luhrmann torna nelle sale con “Elvis”, film dedicato al re del rock’ n ‘roll. La pellicola parla in particolare del rapporto tra Elvis ( Austin Butler) e il Colonnello Tom Parker (Tom Hanks) artefice del successo del cantante di cui ha gestito per anni la carriera.
Il regista esplora l’America degli anni 50’, 60’ 70’. Elvis gli ha permesso di esplorare quel periodo in tutti i suoi aspetti. Durante questo lasso di tempo si assisteva alla creazione di qualcosa di nuovo nella musica e nelle melodie e alla capacità di promuovere le idee. Elvis parte dal gospel – il suo grande amore -per poi combinarlo con altri generi. Sullo sfondo troviamo il razzismo dilagante e il suo ancheggiare giudicato indecente. Austin Butler, ex star di Disney Channel, ha compiuto un grande lavoro di ricerca per cercare di capire come si muoveva e svelare l’essenza e le emozioni. Austin ha allenato la sua voce per un anno e ha registrato “Heartbreak Hotel” nello stesso studio di Elvis, a Nashville, utilizzando lo stesso registratore. Al suo fianco troviamo Tom Hanks- trasformato grazie al trucco- spregiudicato e interessato solo al profitto.
“Elvis” è una pellicola luccicante come le giacche sempre più vistose del protagonista che resterà indimenticabile per la sua eredità in campo musicale e per la sua personalità. La sua è una storia straordinaria che qui viene spesso messa da parte per fare posto a Tom Parker: è lui che ci guida e ci narra tutto. Austin Butler rimane un ragazzo vestito da Elvis che ,pur non sconfinando nella parodia, non restituisce allo spettatore quel qualcosa in più. Anche quando è in crisi rimane sempre impeccabile e perfetto nella sua immagine tirata a lucido. Il film quindi ha troppi lustrini per far rivivere alle nuove generazioni un artista che non smetterà mai di farci emozionare.
Maria Vittoria Guaraldi