Fall – Becky Madison (Grace Fulton) quando vede il marito precipitare da un parete si chiude in se stessa. L’amica Shiloh Hunter (Virginia Gardner) ricorre alla più classica delle pessime idee per superare questo trauma : scalare una torre radio di seicentodieci metri. Le protagoniste rimangono bloccate su una piattaforma adatta a ospitare sì e no due persone. E noi con loro. Questo è quello che ci fa vivere “Fall” ,il nuovo film di Scott Mann.
La torre esiste davvero in Arizona ed è la quarta più alta degli Usa. Gli ultimi trenta metri sono stati ricostruiti e piazzati in cima a un dirupo alto settecento metri. Il contrasto è tra la torre con la sua piccola piattaforma e il paesaggio brullo e sterminato intorno. Shiloh e Becky lottano contro la morte con ogni mezzo. La prima è esuberante, dinamica e in fissa con Instagram. La seconda è più timida e con meno sangue freddo. Da un certo momento in poi la loro sopravvivenza è appesa a un filo. Il regista cattura ogni istante della loro lotta, attimo dopo attimo. Le due attrici hanno recitato senza controfigure: sono state le stuntman di loro stesse e dimostrano grande forza fisica.
Per Scott Mann il cinema è un’esperienza e ama sconvolgere e scombussolare il pubblico. Man mano che si va avanti lo spettatore si aggrappa a qualsiasi cosa con il cuore che batte. Anche la musica sottolinea i momenti di maggior tensione. Il regista confeziona una pellicola ad alto tasso adrenalinico, molto diverso dai soliti disaster movie. La narrazione ruota intorno singola torre e alle due protagoniste. Pochi elementi ma gestiti con grande abilità. Inoltre il rapporto tra le due amiche è ben sviluppato e si prova grande empatia nei loro confronti perché anche la componente psicologica emerge dal racconto. Con inquadrature che spaziano dal più piccolo dettaglio al più sterminato paesaggio “Fall” è un film da vivere al cinema per la grande abilità del regista di consegnarci una storia mozzafiato che insegna ad affrontare ogni paura, piccola o grande che sia.
Maria Vittoria Guaraldi
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