Anche questa volta i francesi non sbagliano una virgola con un polar alla Serpico, realizzato con soluzioni a tratti azzardate ma sempre in linea con il ritmo serrato dei classici del genere. Al centro della scena il giudice Michel (Jean Dujardin) deciso adattaccare la French connection marsigliese, una potente organizzazione criminale di stampo mafioso che porta la cocaina in tutto il mondo. Non ascoltando chi lo vuole mettere in guardia contro la pericolosità della potente organizzazione guidata da Gaetan Zampa (Gilles Lellouch), il giudice inizia la sua crociata, intuendo quasi subito che per ottenere dei risultati dovrà assolutamente cambiare metodo, conosce soprattutto gli effetti della droga prodotta nei laboratori clandestini di Marsiglia e la suo tasso di mortalità sulla fetta più giovane della popolazione.
French connection del regista Cedric Jmenez si focalizza molto sulla personalità del giudice, un eroe della comunità e poi sul racconto di una storia vera rendendo pubblici nomi e cognomi. Michel arriva da Metz con moglie e figli, morirà in un agguato nel 81 nelle strade di Marsiglia, un Falcone francese, sotto lo sguardo agghiacciato di sua moglie. Lo scontro da Michel/ Zampa riporta alla memoria lo scontro De Niro/Pacino, c’è una sola scena simbolica del film in cui gli attori si giurano odio. Il giudice è uno che non si sottomette, non si fa comprare, è un uomo di legge con saldi valori che lotta non solo con la mafia ma con la corruzione circostante, poliziotti corrotti e il sindaco di Marsiglia.
Il film di Jmenez oltre a riportare con dovizia di particolari un fatto di cronaca è un inno alla giustizia e un elogio ai magistrati. Un polar fatto di uomini virili ma allo stesso tempo teneri, con lo scontro all’ultimo sangue tra i due attori Jean Dujardin e Gilles Lellouch, che fanno sfoggio di grandi capacità attoriali, riuscendo a dare ai loro personaggi molteplici sfaccettature, e permettendo allo spettatore di entrare nel vivo della vicenda diventandone testimoni. Un opera ben riuscita per montaggio, sceneggiatura, musiche, con ritmo coinvolgente, un ennesima prova di talento dei francesi che oltre la commedia sanno fare anche questo, chapeau !
Adele de Blasi