Il bambino di cristallo (2025) recensione

Il bambino di cristallo –Il film adattamento cinematografico del romanzo “Il bambino di vetro” di Fabrizio Silei. Il  film racconta con intensità e profondità il viaggio di una famiglia che affronta le sfide della vita con amore e determinazione. Affrontando tematiche come la malattia, il bullismo e l’alcolismo, Il bambino di cristallo invita a riflettere su come la forza dei sentimenti. L’unione e la condivisione possano dare un nuovo significato anche alle sfide più difficili. Al centro della storia ci sono Scott e Teresa LeRette, genitori di Austin, un bambino affetto da autismo e da una rara malattia che rende le sue ossa fragilissime. Di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili, Scott affronta un percorso di crescita e riscatto personale. Ispirato dalla straordinaria vitalità e dall’entusiasmo del figlio. La famiglia riesce così a trasformare la fragilità in una testimonianza di coraggio e di speranza.

La pellicola si concentra  si concentra su temi difficili come l’autismo e l’alcolismo affrontandoli attraverso la storia di Austin. Un bambino affetto da osteogenesi imperfetta e autismo La storia ruota attorno alle difficoltà quotidiane che il padre e la madre, Teresa, affrontano nel prendersi cura di Austin. Mentre Scott combatte anche contro l’alcolismo. Il tema centrale è la resilienza di Austin, ma il film spesso riduce la sua complessità a un simbolo di speranza. Austin, con la sua ossessione per i cappelli e le citazioni da “Codice d’onore”, rischia di diventare uno stereotipo.  L’ottimismo e la forza sono il nucleo della storia. Si evita una più profonda riflessione su chi è affetto da disabilità. Nonostante il valore di alcuni momenti sinceri. Il film si perde semplificando il conflitto con una risposta religiosa che non rende giustizia alle sfide reali della famiglia.

Il film si affida troppo facilmente alla religione come una sorta di soluzione universali. Non si esplorano in maniera realistica le complesse dinamiche emotive e psicologiche che un genitore deve affrontare nel crescere un figlio con disabilità. La fede diventa la chiave per risolvere ogni problema, ma il film non si preoccupa di trattare adeguatamente il supporto professionale o medico.  Questo approccio, seppur positivo nel voler trasmettere un messaggio di speranza, senza approfondire veramente le difficoltà quotidiane. Inoltre, l’inclusione dell’amico immaginario Joe, figura di supporto per Scott, appare come un espediente narrativo, che accentua il conflitto interiore senza aggiungere profondità al personaggio. La mancanza di un’autentica riflessione sulle lotte di Austin o il percorso di recupero di Scott indebolisce il film che manca di una narrazione veritiera e sulle sfide della vita con disabilità. In definitiva, “Il bambino  di cristallo” perde l’opportunità di raccontare una storia davvero significativa e profonda.

Adele de Blasi

Il Bambino di Cristallo è un film di genere drammatico del 2025, diretto da Jon Gunn, con Jacob Laval e Zachary Levi. Uscita al cinema il 27 marzo 2025. Durata 109 minuti. Distribuito da Notorious Pictures.

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Author: Adele De Blasi

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