Il film con Andrè 3000 che apre il Biografilm è uno dei fiori all’occhiello di questa nuova edizione del festival che si terrà a Bologna dal 6 al 16 Giugno, interamente dedicato alle storie vere Colore colore “ se avessi il potere , riempirei le strade di colori “ dice il nostro Jimi Hendrix . La recriminazione è che gli eredi di questo portentoso musicista non hanno concesso i diritti dei suoi brani, e quindi il regista Jimi Ridley (premio oscar per la sceneggiatura di 12 anni schiavo ) non ha potuto utilizzare le musiche originali. I film biografici (biopic) sono in questo momento in Europa una delle più riuscite sintesi tra cinema e televisione , tra narrazione autoriale e vocazione divulgativa. La scelta del regista si focalizza su un anno della vita del nostro GuitarHero, che dai timidi esordi come supporto di band di rytm’n’blues, fino alla vigilia della sua trionfale apparizione al Festival di Monterey del 1967 bruciò con rito sciamanico la chitarra sul palco. L’incontro decisivo che lo scuote dal torpore depressionale e dalla sua atavica pigrizia è quello con Linda Keith (Imogen Poots) groupie londinese ed ex di Keith Richards che lo presenta a Chas Chandler, bassista degli Animals che si improvvisa manager, e dai club semideserti di New York lo porta a Londra per farlo conoscere e apprezzare nel Luglio del 1966.
Con “Are You Experience ?” esce il disco d’esordio e da questo momento il rock non sarà più lo stesso. Il furore sonoro, la fantasia brulicante di questo chitarrista alieno e supersonico cambieranno un epoca. Nella giovane storia del rock non si era mai ascoltato nulla del genere per incadescente miscela di stili. Con i rudimentali mezzi tecnici dei studi di registrazione Hendrix rivoluziona la musica ancora oggi inimitabile a distanza di decenni. Il film fotografa sapientemente la Swinging London, un periodo vertiginoso e irripetibile, e mette in luce anche i problemi del cantante specialmente con le donne , inadeguato a una vita familiare e sociale che prima lo incendia e poi finirà per bruciarlo. La vertigine di Hendrix è la frattura tra il suo vissuto e la sua musica che lo condurrà a un punto di non ritorno . Inadeguato alla vita quotidiana, egoista ed egotista, brucia tutto sul palco, unico live degno di essere vissuto. La sapienza autoriale di Ridley ci consegna un film molto colorato con un finale calligrafico degno di nota. Si perde un po’, lo ribadiamo, purtroppo nella mancanza di musiche originali, che non è poco. Non è una biopic accademica ma si poteva osare di più. Cosa avrei dato per riascoltare la sensazionale “All Along The Watchtower” (1968) che lasciò di stucco lo stesso autore Bob Dylan .
David Dori .
19 Giugno 2014
Tralasciando il fatto che non credo di aver mai letto una recensione scritta così male dal punto di vista grammaticale (strano vista la qualità di altri pezzi), qui non si parla mai del film. L’unico cenno è il non – uso delle canzoni originali – per problemi di royality -, che invece è, secondo me, il grande pregio di un biopic stupefacente per le aspettative