El Paraiso – Julio Cesar ha quasi quarant’anni e vive ancora con sua madre, una donna colombiana dalla personalità trascinante. Inoltre due condividono praticamente tutto: una casetta sul fiume a fiumicino piena di ricordi, i pochi soldi guadagnati lavorando per uno spacciatore della zona, la passione per le serate di salsa e merengue. Un’esistenza ai margini vissuta con amore, al tempo stesso simbiotica e opprimente, il cui equilibro precario rischia di andare in crisi con l’arrivo di Ines. Una giovane ragazza colombiana reduce dal suo primo viaggio come “mula” della cocaina, questo rapporto così forte tra madre e figlio verrà messo a dura prova… Infatti Ines suscita desiderio in Julio e un’intensa gelosia in sua madre. Tra desiderio e gelosia la situazione precipita rapidamente, al punto che Julio si troverà a compiere un gesto estremo, in un viaggio doloroso che lo porterà per la prima volta nella sua terra di origine.
Il regista indaga il rapporto di co-dipendenza tra una madre bella e sregolata e un figlio adulto e bambinone, in una immaginaria comunità italo-colombiana di Fiumicino. Un film sorprendente, con Edoardo Pesce, perfettamente in parte, con la magnifica Margarita Rosa De Francisco. Un legame fatto di un amore immenso. Julio non ha mai visto la sua nativa Colombia, sua madre è arrivata illegalmente in Italia mentre era incinta. Una relazione forte, nessuna libertà se non qualche occasionale appuntamento con prostitute locali.Un mix fluido di dialoghi italiano e Pesce e De Francisco hanno una perfetta chimica madre-figlio; un credibile mix di amore e odio con 40 anni di ricordi, esperienze e risentimenti che ribollono sempre appena sotto la superficie finché alla fine, inevitabilmente, esplodono.
El Paraiso – Enrico Maria Artale «Il film è una storia d’amore tra una madre e un figlio, una tragedia colorata. Gli eroi sono affondati nelle sfumature cangianti dei loro umori più intimi, nella delicatezza e nella violenza. È il racconto quasi mitologico di un legame basato sul sangue che ho tentato di sottrarre al giudizio. Non volevo stabilire se ciò che unisce profondamente i due protagonisti sia un atto di amore, più forte delle convenzioni sociali. Forse un atto psichico disfunzionale che dimostra l’impossibilità di accettare una naturale separazione. Possiamo davvero tracciare una linea che distingua amore e follia, la forza irriducibile del sentimento dalla paura profonda di restare soli per sempre?». Una pellicola emozionante che lascia il segno nello spettatore per l’amore e per la forza di legami che non finiscono mai.
Adele de Blasi