#IoSono Qui – La vita di Stéphane è piuttosto tranquilla e soddisfacente. Gestisce il ristorante di famiglia, ha due figli, di cui uno appena sposato, una ex-moglie con cui va d’accordo, e vive nel meraviglioso contesto del sud-ovest francese, nei paesi baschi. La scintilla per una vera crisi esistenziale dei cinquant’anni arriva attraverso Instagram, dove Stéphane inizia a conversare con Soo, una donna coreana che dipinge paesaggi e gli parla dei ciliegi in fiore. Dall’acquisto di un quadro si passa a una telefonata, e di lì alla decisione impulsiva e unilaterale con la quale Stéphane decide di partire per Seoul.
Dalla Francia arriva un delizioso film che va dai paesi baschi a Seul. Il regista Eric Lartigau firma anche la sceneggiatura assieme a Thomas Bidegain (già sceneggiatore di tutti i migliori film di Jacques Audiard), e crea in Stéphane un personaggio in cui in molti sapranno ritrovarsi anche quando lui finisce per perdersi. Romanticismo e una sottile malinconia lo rendono molto godibile per un pubblico più agè. #IoSonoQui Il film si muove co garbo tra smarrimento, disorientamento culturale e malinconia nella ricerca di un amore, di una compagna di vita conosciuta in chat forse solo una chimera, non facciamo spoiler.
Stèphane solo a Seul massaggia cerca Soon la fantomatica coreana conosciuta in rete e suo malgrado si ritrova una star dei social etichettato come the french lover. Molte avventure e disavventure, selfi, condivisioni, il mondo digitale ci appare nei suoi limiti e il nostro protagonista ne sarà intrappolato suo malgrado. Lartigau guarda con occhio benevolo quest’uomo che pieno di entusiasmo lascia il suo ristorante e va incontro forse a un futuro diverso che lo porterà a riscoprirsi e a trovare un terreno comune con i suoi figli. Assolutamente godibile.
Adele de Blasi