Le verità di Giuseppe Alessio Nuzzo-recensione-dreamingcinema

Tornato a Napoli dall’India dopo un viaggio d’affari, il giovane imprenditore Gabriele Manetti, stanco del suo lavoro in azienda e desideroso di dedicarsi al disegno, sua grande passione interrotta, si accorge misteriosamente di poter prevedere gli eventi futuri. Ciò lo porterà a una crisi profonda e all’incapacità di saper distinguere cosa realmente accade attorno a sé e chi realmente siano le persone che ha accanto.

Opera prima del giovanissimo regista campano Giuseppe Alessio Nuzzo, ‘Le verità’ continua, dopo il successo di ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ (l’omaggio a Gabriele Mainetti è palese nella scelta del nome del protagonista), ad esplorare le potenzialità del film di genere nel nostro Paese, imbastendo un thriller psicologico dagli evidenti echi esterofili (Lynch, Nolan, Cronenberg), che mescola sogno, realtà, ossessioni, allucinazioni ed immaginazione. Simile per atmosfere e per stile ad un prodotto televisivo di grande successo, nonostante girato quasi in contemporanea, quale ‘La porta rossa’, con cui condivide, qui in un piccolo cameo, Lino Guanciale, ‘Le verità’ è un film duplice sotto diversi punti di vista. Due sono, infatti, le parti in cui il film può essere nettamente diviso: una prima più sperimentale, caratterizzata dal frequente uso di piani sequenza, e che viene a coincidere col punto di vista del protagonista, e una seconda, dalla regia più tradizionale, in cui ciò che viene mostrato sembra quasi l’opposto di ciò visto in precedenza. Due di conseguenza sono le facce dei personaggi e il loro modo di vedere le cose; due sono le fotografie utilizzate, una prima più scura e notturna, l’altra più luminosa e quasi accecante; due, o forse molte di più, sono le verità del titolo.Un film che volutamente confonde, che semina indizi ma non dà risposte, facendo solo sorgere dubbi; un viaggio dentro la testa del protagonista, fra ricordi, paure, fratture identitarie, insoddisfazioni e incertezze. Sicuramente un prodotto che si sforza di essere innovativo, azzardando soluzioni visive e narrative discutibili, ma che lo rendono ambiguo e quasi inafferrabile.

Nuzzo si dimostra regista coraggioso ed entusiasta, costruendo un’opera dalla narrazione tortuosa e dall’estetica multiforme, che accumula tematiche (molteplicità della realtà e della psiche umana, insoddisfazione e volontà di svolta) e sottotematiche (crisi economica e licenziamento, sicurezza sul posto di lavoro, stato comatoso e riabilitazione post-traumatica), senza paura di osare. Certo, non tutto funziona e il rischio del ridicolo involontario non è sovente scongiurato, ma bisogna ammettere che ‘Le verità’ è una boccata di aria fresca nel panorama cinematografico italiano. Perché nonostante palesi difetti di scrittura e dialoghi e situazioni spesso risibili, è un film che dà fiducia nei giovani e nella loro capacità di sondare territori nuovi, con la voglia di scuotere un cinema che sempre più spesso sceglie percorsi facili e inflazionati, autoprivandosi di idee. Francesco Montanari, nel ruolo di Gabriele, si sforza di dare spessore a un personaggio travagliato e perennemente in bilico tra due dimensioni.

Alberto Leali

DATA USCITA : 27 aprile 2017
GENERE : Thriller
REGIA: Giuseppe Alessio Nuzzo
ATTORI: Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Fabrizio Nevola, Anna Safroncik, Maria Grazia Cucinotta
DISTRIBUZIONE : Paradise pictures
PAESE : Italia
DURATA:

locandina- la verità

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Author: Adele De Blasi

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