Dicembre si avvicina e per il cinema è in arrivo il cinepanettone; consuetudine ormai consolidata e attesa da un vasto pubblico. Le aspettative di divertimento, anno dopo anno, diventano sempre più ridotte e con “Matrimonio al Sud” si arriva all’apice del trash; ormai i cinepanettoni di De Laurentis sono un vago ricordo dove la coppia Boldi-De Sica facevano man bassa di proseliti.
Oggi Boldi, orfano dell’ex amico De Sica, è una macchietta pallida dove l’umorismo si riduce a un ripetersi di gag già viste e parolacce. Boldi apre le danze natalizie con una storia ambientata al sud, al Grand Hotel Sourisa, dove si svolge un reality,“Il Boss delle Cerimonie”, programma che gode di un folto pubblico. La sua spalla sarà il comico Biagio Izzo e da qui inizia la lotta nord-sud tra un pizzaiolo napoletano e un industrialotto milanese che si incontrano per il matrimonio dei rispettivi figli. Totalmente diversi per vissuto, habitat sociale, personalità, i due si incontreranno faccia a faccia, quando i figli decideranno di organizzare al sud il loro matrimonio affidando l’organizzazione a un maestro di cerimonie coatto, Paolo Conticini. Molti gli scontri tra il bauscia arricchito Boldi e il semplice genuino Izzo, che si vedranno costretti a incontrarsi-scontrarsi per amore dei figli.
Due mondi in contrasto, il chiassoso e colorato mondo napoletano e il noioso mondo della Milano bien. Purtroppo un tema trito e ritrito, dove non c’è scampo, i clichè ci sono tutti, una sinossi scontatissima che non lascia via d’uscita. Paolo Costella non aggiunge nessuna novità, siamo nella fiera della prevedibilità, ciò non toglie che gli spettatori affolleranno le sale nella speranza di una risata che li faccia fuggire dallo stress quotidiano.
Cinque anni di collaborazione tra Costella e Boldi per arrivare all’ennesima commedia che non brilla. Vedremo se sarà gratificata dal box office che detta legge sul gradimento del pubblico; forse di fronte a prodotti così scadenti bisognerebbe riflettere se è il caso di restare a casa e leggere un buon libro.
Adele de Blasi