Youth-Homecoming è il terzo capitolo del filone documentaristico diretto dal regista cinese Wang Bing. Presentato in Concorso all’81esima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia. Zhili, 150 km da Shangai, sorgono centinaia di laboratori di manifattura tessile dove vengono cuciti e confezionati indumenti da esportare in tutta la Cina. Qui, accettando condizioni lavorative e di vita estreme, accorrono migliaia di giovani dalle regioni rurali attraversate dal fiume Yangtze. Questo terzo capitolo segue sempre la pesante vita lavorativa di questi ragazzi e ragazze, determinati ora, di ritornare nelle loro località d’origine, applicando un discorso contrario a quello visto nei precedenti capitoli.
Youth-Homecoming– mostra sempre ritmi di lavoro rapidissimi, spazi ridotti al minimo con questi giovani praticamente sfruttati. Ciò nonostante questo terzo ed ultimo capitolo, si focalizza sul rientro degli stessi giovani nelle loro case, nei loro paesi. A ribaltare la cupezza che grava sul film c’è l’immancabile spirito vitale e forse salvifico dei lavoratori. A maggior ragione in Youth (Homecoming) sembra esserci quella tanto sognata “via di fuga” da quel contesto chiuso, quasi proibitivo. Particolarmente interessante la scelta stilistica di Wang Bing di mostrare questo ribaltamento di prospettiva. Infatti è questo l’elemento fondamentale che contraddistingue questo terzo capitolo, dai precedenti due. Il solito documentario “caotico”, in cui l’apparente e quasi paradossale serenità dei protagonisti contrasta con i tempi, gli spazi e le modalità del lavoro.
Fra i massimi documentaristi in attività, Wang Bing dopo essere entrato nei laboratori tessili di Zhili, mostra il progredire della scelta dei giovani di fare marcia indietro, anche in maniera drastica. L’operazione di Youth è da ritenersi essenziale, in quanto Wang Bing fa un focus sul sistema economico cinese centralizzato. In considerazione che anche Youth (Homecoming) rappresenta un’operazione fondamentale, Wang Bing mostra sempre quella nota stilistica inconfondibile che sublima totalmente lo spettatore. Per inciso il cinema di Wang Bing rimane sempre essenziale, nella sua forma, nella sua sostanza, nella sua totale interezza.
Alessio Giuffrida