Pitza e datteri

La piccola comunità musulmana di Venezia viene sfrattata dalla sua moschea da un’avvenente parrucchiera turca, ma con trascorsi francesi, con lo scopo di farne un salone di bellezza, per giunta scandalosamente unisex. A salvare la situazione viene chiamato, addirittura dall’Afghanistan, l’Imam Saladino. Ciononostante i tentativi di riprendere il luogo di culto perduto si riveleranno del tutto infruttuosi, ma al finale agli sfortunati fedeli arriverà un aiuto tanto provvidenziale quanto inaspettato.
Con “Pitza e Datteri” Fariborz Kamkari, regista curdo-iraniano de “I Fiori di Kirkuk”, vuole narrare, attraverso la commedia, il tema molto attuale della difficoltà di integrazione delle comunità musulmane in Italia, paese che l’autore conosce bene risiedendoci da anni. Particolare risulta la scelta dell’ambientazione: la narrazione si svolge in una Venezia periferica e operaia, la Venezia del Ghetto, di Dorsoduro e di Marghera, lontana quindi dai luoghi da cartolina che ne fanno la città d’arte e di turismo per eccellenza. Un ulteriore tocco orientale è dato dalle musiche scritte dall’Orchestra di Piazza Vittorio.
Fin qui il buono. A dispetto dei lodevoli intenti ne esce fuori un film non pienamente convincente. Lo stile principale, anche a detta del regista, è quello della commedia all’italiana, mediata però in salsa medio-orientale, con brevi sconfinamenti nel genere della commedia romantica. La trama poi assume un tratto forse troppo grottesco quando gli sconclusionati tentativi di riprendere la moschea sconfineranno nel tentato omicidio, seguiti da un improvviso cambio di prospettiva da parte dei protagonisti, che porta repentinamente alla conclusione del film e a al messaggio finale di cui, fin poco prima, non si scorgevano i presupposti.
I personaggi, nonostante dei buoni presupposti di partenza (interessante ad esempio il nobile italiano decaduto convertitosi all’Islam), non vengono sviluppati compiutamente, col risultato di finire ad essere rigidi e poco credibili. Da sottolineare nel cast la prova del pakistano Hassani Shapi, che interpreta il presidente della comunità musulmana, che riesce a dare pienezza e profondità ad un ruolo altrimenti marginale.
Micol Koch

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DATA USCITA 28 maggio 2015
GENERE  Commedia
ANNO: 2015
REGIA: Fariborz Kamkari.
ATTORI: Giuseppe Battiston, Maud Buquet, Mehdi Meskar, Hassani Shapi, Giovanni Martorana
DISTRIBUZIONE: Bolero
PAESE: Italia
DURATA: 92 min

 

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Author: Adele De Blasi

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