Piuma

Una ventata di aria fresca al  festival di Venezia con Piuma, film che parla del disagio adolescenziale di due ragazzi al traguardo della maturità, con una prova difficile da affrontare l’arrivo imminente di un figlio e la vita che cambia. Ferro e Cate sono totalmente impreparati all’evento e anche i loro genitori sono sconvolti all’idea di un bambino, dei costi e delle rinunce che tutti dovranno fare. Sarà una femminuccia e si chiamerà Piuma, simbolo di leggerezza,e forse porterà tutti in un mondo migliore fatto di speranza e solidarietà. Il pubblico festivaliero, non si è dimostrato corretto con l’opera prima di Rohan Johnson esordiente alla regia, fischiando e gridando vergogna, non si capisce che cosa si voglia vedere in ambito festival, forse sarebbe opportuno avere rispetto per l’autore e per le manovalanze. Sulla falsa scia di Ovosodo, molto Virziniano, girato a Roma nel quartiere Tuscolano, qui si intrecciano due eventi; la maturità e la gravidanza di Cate, i loro genitori sull’orlo di una crisi di nervi e un nonno strampalato, sono l’habitat familiare, si ventila persino una possibile adozione, i due ragazzi però troveranno il coraggio di  accettare  Piuma, il loro amore ne uscirà rafforzato.

Si ride molto, ma ci si commuove anche per la genuinità dei personaggi, il poeta Ferro dedica a Piuma una tenerissima lettera che fa sciogliere anche i più algidi. Il regista registra da con garbo emozioni, litigi e incomprensioni nell’arco dei nove mesi, un incontro-scontro generazionale padri-figli che non lascia indifferenti per il candore e la simpatia che emanano i personaggi, una commedia che racconta la vita, la paura essere genitori e come spesso le scelte dei figli ricadano inevitabilmente sui genitori che devono supportarli.

Tenero, delicato a tratti poetico, una deliziosa commedia da non perdere.

Adele de Blasi

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Author: Adele De Blasi

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