Posso entrare? An ode to Naples di Trudie Styler, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 tra gli Special Screenings e in sala il 6, 7 e 8 novembre, distribuito da Luce Cinecittà. Uno sguardo su una città moderna, ma antica nel cuore, capace di andare oltre gli stereotipi per scoprire un tessuto sociale ricco di iniziative e di umanità. Un documentario crepuscolare, capace di trasmettere grandissime sensazioni al pubblico spettatore.
La regista attraversa tutti questi mondi. Queste storie quasi in punta di piedi, mettendosi a disposizione delle storie e restando sempre in secondo piano. “Posso entrare?” chiede spesso quando entra in un luogo, e questo è diventato il titolo del film. Ed è un’espressione che va oltre il significato letterale di entrare in un luogo . Fa riferimento alla possibilità di entrare nell’intimità delle persone e nell’anima di una città. Che è una città antichissima, ma anche proiettata nel futuro. Oltre quell’immagine legata alla criminalità che non vuole più avere. Napoli la cultura del cibo, l’arte, i tesori celati e i suoi grandi contrasti.
La bellezza e la delinquenza che provoca dolore, ma anche la passione trasmessa dalla gente. Un ritratto onesto, lo sguardo di una straniera innamorata della città fatta di luci e di ombre che non può lasciare
Posso entrare? An ode to Naples – La sua bellezza e la delinquenza che provocasolo sofferenza, ma anche la passione trasmessa dalla gente. Un ritratto onesto, lo sguardo di una straniera innamorata della città fatta di luci e di ombre che non può lasciare. Non è un caso che il suo documentario prenda l’avvio, tornandoci poi in più occasioni, dal rione Sanità. Quel quartiere in cui Eduardo aveva collocato il suo ‘sindaco’ Don Antonio Barracano. Apre invece con un sacerdote che ha aperto le porte della sua chiesa non per indottrinare ma per accogliere. Da quel momento veniamo accompagnati a conoscere persone del popolo che hanno subito uccisioni di familiari o assistito a un femminicidio ma hanno deciso di reagire non con la violenza ma con la positività.
Alessio Giuffrida