“Primadonna” Sicilia, anni Sessanta. Lia (Claudia Gusmano) ha 21 anni, va a lavorare la terra con il padre, anche se lei è “femmina” e dovrebbe stare a casa a prendersi cura delle faccende domestiche con la madre. Lia è bella, caparbia e riservata, ma sa il fatto suo. Il suo sguardo fiero e sfuggente attira le attenzioni del giovane Lorenzo Musicò, figlio del boss del paese. Quando lo rifiuta, l’ira di Lorenzo non tarda a scatenarsi e il ragazzo si prende con la forza quello che reputa di sua proprietà. Ma Lia fa ciò che nessuno si aspetterebbe mai: rifiuta il matrimonio riparatore e trascina Lorenzo, e i suoi complici, in tribunale.
Una storia ambientata negli anni 60 ma scritta con un attualità per il pubblico contemporaneo. Un paesaggio desolante, donne vestite di scuro e uomini che uccidono per onore. La fuitina o ‘fuga d’amore’ nata per forzare il matrimonio contro il parere dei genitori, è sancita dalla legge. Franca Viola, una ragazza di appena diciassette anni nel 1966, fanciulla di Alcamo, che per prima rifiutò il matrimonio riparatore e trascinò in tribunale il suo stupratore. La prima ad avere la consapevolezza di aver subito un abuso e il 2 gennaio del 1966 ottenne giustizia. Nel 1981 il “matrimonio riparatore”, che estingueva il reato di stupro, veniva definitivamente cancellato dal codice penale.
Un film nato dalla fascinazione della regista sul al tema dell’auto determinazione, per arrivare a capire come reagire agli atti di violenza e prevaricazione senza da un lato cedere alla violenza della vendetta, e da un altro evitando di diventare una vittima. I personaggi sono collocati in un territorio selvaggio e impervio come quello dei Monti Nebrodi, dove i paesi hanno sapore fuori dal tempo La storia di Lia nasce appunto dalla ricerca di una terza strada, molto spesso negata alla donna relegata al ruolo – Madonna o sgualdrina, vendicatrice o sottomessa, moglie o zitella. La voglia della regista Marta Savino di raccontare una Sicilia arcaica e legata alle tradizioni, lontana da cliché di genere. Un film autentico. ben costruito che restituisce dignità e valore alle donne.
Adele de Blasi