Profeti è la storia del confronto tra Sara (Jasmine Trinca), una giornalista italiana andata in Medio Oriente per raccontare la guerra dello Stato Islamico. Nur (Isabella Nefar), è una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un miliziano e ora vive nel Califfato. Sara viene rapita dall’Isis e in quanto donna, è sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono presenti anche degli uomini. Per questo motivo viene data in custodia ad una sua “pari”: ad una donna, Nur diventa la sua carceriera. La casa di Nur è la sua prigione. E sarà proprio quella casa nel mezzo di un campo di addestramento dello Stato Islamico il luogo dove Sara e Nur si confronteranno.
Alessio Cremonini affronta temi altrettanto attuali: la prigionia, i diritti delle donne, il Medio Oriente, la religione, lo scontro di civiltà. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che percorre strade poco battute. Un cinema politico ma allo stesso tempo essenziale. Un film su due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Il regista mette in scena la vicenda di Sara e Nur senza dualismo. Il regista sceglie di girare quasi interamente all’interno di una casa, che diventa una prigione, dove convivono le due protagoniste. Costrette a dividere il cibo, il bagno e perfino lo stesso letto, in un climax claustrofobico, del fuori si sentono solo rumori di spari e bombardamenti.
Profeti – La pellicola scorre molto lenta, una sceneggiatura fragile che non entra nei personaggi. lo spettatore non riesce a sapere poco e niente delle due protagoniste. Un film che tocca temi enormi come religione, scontro di civiltà, diritti negati e prigionia. Profeti è una grande metafora non solo di quello che accade in Medio Oriente ma anche di una realtà che ci riguarda molto da vicino.
Adele de Blasi