Tre piani – Film (2021)

Tre piani – Film (2021)  è il  nuovo lungometraggio a sei anni di distanza da Mia Madre – presentato anch’esso a Cannes. Per la prima volta in 45 anni Nanni Moretti sceglie di sviluppare un film partendo da un soggetto non originale: alla base di Tre Piani c’è infatti l’omonimo romanzo dell’autore israeliano Eshkol Nevo.  Il film si apre subito con  la macchina da presa  che è fissa sulla facciata di un condominio della Roma bene, dove sono distinguibili tre piani. Una serie di eventi trasformerà radicalmente la vita degli abitanti di un edificio romano, rivelando la loro difficoltà ad essere genitori, vicini di casa in un mondo dove risentimento e paura sembrano aver avuto la meglio nella convivenza. Mentre gli uomini sono prigionieri della loro testardaggine, le donne cercano, ognuna a suo modo, di ricucire queste vite disunite e di trasmettere finalmente serenamente un amore che si sarebbe creduto scomparso per sempre.

Un cast di prim’ordine tra cui Margherita Buy, lo stesso, Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher. Una sera a Roma accade un evento drammatico, che sconvolge la vita degli abitanti di un piccolo condominio. Il regista pone tutta la sua attenzione sul male che affligge la società contemporanea. Tutti gli uomini di queste famiglie falliscono, bloccati in un ruolo antiquato che non porta felicità ai loro cari. Il personaggio del giudice ne è un perfetto esempio: perennemente deluso dal figlio, non lo capisce, peggio lo rifiuta. Dora, invece, non abbandona mai il figlio, o se lo fa, è a causa di un ultimatum imposto dal marito, una vigliaccheria atroce dalla quale non si riprenderà. Un geniale Nanni Moretti che riesce a far capire ai suoi spettatori che in fin dei conti l’attenzione non è sempre al posto giusto. Invisibile è la sofferenza di un figlio, la sua incapacità di costruirsi a causa di genitori dispotici, la gioia di vivere di un bambino che è stato etichettato come malato. La musica composta da Nicola Piovani accompagna la severità del film  che lascia poche speranze.

Il regista eccelle nella messa in scena della complessità umana. Il film nel finale sceglie un tono più intimista che lascia allo spettatore la possibilità di ogni forma di emozione. I personaggi sono sempre a rischio di agire tutti sono vittime di una solitudine borghese. Una pellicola che sa raccontare storie, ci si abbandona alla bellezza dei sentimenti, al pudore e, a volte, alla goffaggine dei personaggi con il vero piacere di incontrare qualcosa che potrebbe somigliare alla nostra vita.

Adele de Blasi

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Author: Adele De Blasi

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