Triangle of Sadness è l’ultimo film del regista Ruben Östlund. Vincitore della Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes. Carl, un giovane modello, vive un’insicurezza interiore per via del suo rapporto con Yaya, anch’essa modella. Lei influencer, lui insicuro su diverse cose, intraprendono una lussuosa crociera. Tutto grazie alla popolarità della giovane. Tra i facoltosi partecipanti, si contano una congrega di plutocratici, crogiolati nel proprio vizio. Il viaggio prenderà una brutta piega quando l’intero equipaggio verrà coinvolto in una sequela di vicissitudini.
Triangle of Sadness vede un cast eterogeneo. Charibi Dean e Harris Dickinson la coppia protagonista. Woody Harrelson il partecipante di lusso. Ruben Östlund mette in scena un esilarante prodotto filmico. Considerando il tema, ci sta un taglio simile. Si parla di un’esposizione di un grottesco contesto borghese, in un concentrato di puro edonismo. Un tratto “ferreriano” alla lontana, rappresentato in uno stile quasi “vanziniano”. In modo analogo ovviamente.
Ruben Östlund con questo film ottiene la sua seconda Palma d’oro. Particolarmente provocatorio. Segnatamente troppo poco per catalogare Triangle of Sadness come un gran film. Infatti non regge il confronto con il suo precedente The Square. In materia di tematica il pubblico rimane coinvolto per metà. In particolare il capitolo due. Da un punto di vista narrativo il film convince per metà. Ulteriore elemento che fa apprezzare meno, la troppa deriva comica. Infatti c’è un’eccedenza verso l’ultima parte del film. Poco coinvolgente, troppo semplicistica. “Una grande abbuffata in un azzurro mare di agosto”. Una citazione. In ogni modo, Triangle of Sadness forse, non era un film da premiare.
Alessio Giuffrida