Una domenica notte

Giuseppe Marco Albano debutta alla regia di un lungometraggio Una Domenica notte, portando sullo schermo tutte le contradizioni della sua terra, la Basilicata. C’è un ritorno, attraverso nuovi registi, a un cinema low budget, ma di qualità. Il film è distribuito dalla coraggiosa Distribuzione Indipendente (capitanata da Giovanni Costantino)  mette a segno un film dopo l’altro, scavalcando i circuiti comuni. Una commedia “tra il naif e il surreale “che affonda le radici nel profondo sud.
Antonio Colucci ha un sogno: produrre e dirigere un film horror tutto ambientato in un cimitero dove si muovono zombi (in realtà sopravvissuti a un disastro ambientale). Nel suo percorso artistico ha già girato un horror che nessuno ha visto e che è finito in dvd in Germania. Antonio ha deciso di sfondare il muro della diffidenza per realizzare il suo sogno. Giuseppe Marco Albano-dasottile psicologo dell’animo umano- porta in scena la profonda solitudine del personaggio.

In un paese di ignoranti è lui l’incompreso; la mosca bianca  della provincia gretta dove non si attribuisce nessun valore all’arte. La sua vita è segnata dalla lotta; è uno sconfitto che cerca inutilmente di contrastare  l’ignoranza e i preconcetti di paese. La sua solitudine è grande e abbraccia anche l’aspetto sentimentale, un matrimonio fallito, un nuovo amore dove non c’è comprensione. La sconfitta di Antonio è totale. Non sono le circostanze poco felici che rendono tutto impossibile, ma il  suo non voler tenere conto dei propri  limiti.
Quello che ci viene mostrato è la sfida  di un sognatore che vuole fare un cinema indipendente (e malgrado la sconfitta) il suo essere resta integro e pieno di dignità. Nella ricerca ossessiva di trovare fondi si scontrerà con un orrore che è ancora più forte dell’horror che vuole girare. Il mondo che lo circonda è ostile , nessun interesse per il cinema, ma per lui la realizzazione della pellicola è fondamentale: è tutta la sua vita. La provincia non lo aiuta e spesso lo schernisce, ma lui si aggrappa con le unghie e i denti per canalizzare il progetto.

Personaggi deliziosi usciti da un mondo ormai in disuso, scorci splendidi della Basilicata danno tanta verità al film. Girato in grande economia, pochi mezzi, ma chi ha detto che per fare un film di qualità ci vogliono tanti soldi?  sono le idee giovani e il talento che portano avanti un nuovo cinema che si sta facendo largo tra i grandi colossi. La commedia ha molti spunti comici per tutte le disavventure di Antonio che si trova persino costretto a girare uno spot per la scuola del figlio e qui avrà filo da torcere da un bambino prepotente un novello Marlon Brando, capriccioso e saccente. Nella pellicola c’è tutto l’amore del regista per il cinema,ma anche il disincanto e le ferite legate a questa professione.  Una riflessione viene fatta  sul film di genere spesso poco considerato e mal distribuito. Una regia senza orpelli ma in grado di dare emozioni. Belle immagini, un omaggio ai  maestri del cinema, Un meraviglioso Antonio Andrisani tragico ma allo stesso tempo comico, contornato da personaggi minori di talento. Un film dal gusto retrò per ritrovare il sapore di un grande cinema. Da vedere.

Mauro Ponzi

Rate this post

Author: redazione

Share This Post On

Submit a Comment